Possibili grassoldi

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  1. Sonny.1993
     
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    ehi, ho scritto un racconto per un concorso scolastico. il vincitore vince grassoldi, per cui mi servono più consigli possibili.
    L'ho scritto di getto ieri notte e non l'ho nemmeno riletto, per cui probabilmente ci sono alcuni errori grammaticali, tempi verbali sbagliati o espressioni poco eleganti ma vabbè, quelli me li metto a posto poi io.
    per il resto, cosa ne pensate? cosa cambiereste? di che razza potrei essere, se l'avessi postato come testo di prova?
    CITAZIONE

    Marlie sussultò.
    Aveva sentito il suono.
    Guardò le sorelle, sperando di non trovare l’angosciosa conferma, ma vide in loro gli stessi sguardi atterriti. Non l’aveva immaginato: ancora una volta, stava per succedere.
    Alzò lo sguardo, divorata dall’ansia dell’incertezza. Poi, ancora una volta, la Casa si aprì. Una lunga, sottile voragione si delineò sul soffitto, allargandosi fino a coprirne tutta la superficie e facendo si che l’accecante luce del mondo esterno ammorbasse la confortevole tenebra della Casa.
    Le sorelle rimasero paralizzate dal terrore, rannicchiate tutte nello stesso angolo, sperando vanamente che quella volta le cose andassero diversamente; come sempre, invece, videro tutte l’orribile massa rosea protendersi verso di loro, indugiare per un attimo e poi calare ineluttabilmente su una di loro, afferrandole con forza la testa e strapparla via dalla Casa.
    Rapidamente come si era aperta, poi, la Casa si richiudeva con uno scatto. Non c’era nemmeno il tempo di dire addio alla sorella: pochi istanti dopo, si sentiva quel tremendo rumore metallico, poi le urla. Poi, il silenzio.
    Tornata la pace Marlie si guardò intorno, desolata.

    -Quattro. Siamo rimaste in quattro.-

    Nessuna reagì alla solitaria constatazione. Era indifferente quante fossero, o quanto forte fosse la loro voglia di vivere: sarebbe venuto il tempo per tutte. In realtà, l’unica speranza di ogni Sorella era quella di non rimanere per ultima.
    Anche questa volta, Marlie era rimasta nel suo angolo, più nascosta di tutte, ma anche così il Rapitore le era passato così vicino che ne aveva avvertito il calore. Quanto tempo sarebbe passato, prima che la Casa si aprisse di nuovo? Due ore? Dieci? Cinque minuti? Sembrava del tutto arbitrario. Ancora una volta, Marlie si ritrovò a pensare a quanto ironica era stata la sua storia.
    Era nata nella Casa, come tutte le altre Sorelle. Era così bello, un tempo… quanto tempo prima era? Non riusciva a ricordarlo. Un tempo la casa portava un sigillo. Era sicura. Confortevole. Le Sorelle che la abitavano erano così tante che avevano a malapena lo spazio per muoversi.
    Adesso, erano tanto poche che Marlie si sarebbe potuta spostare fino all’angolo opposto senza sforzo. Conducevano una vita vuota, frivola, priva di sorprese o gioie improvvise, ma, a pensarci ora, era una bella vita: come rimpiangeva adesso, Marlie, di averla disprezzata!
    Aveva sempre odiato l’ambiente della Casa: sapeva che era artificiale, e sapeva che doveva esserci qualcosa sotto. Per tutte le altre sorelle era stato piuttosto semplice accettare il fatto che la loro vita non avesse scopo né significato, e avevano ben presto smesso di pensarci; Marlie, invece, non si era mai unita alle chiacchiere frivole delle altre, interrogandosi sul vero scopo della loro esistenza. Doveva esserci qualcosa oltre la Casa, oltre il sigillo insolubile, e Marlie aveva desiderato scoprirlo con ogni fibra del suo essere.

    Ora, anche tutti quei pensieri sembravano inutili. Messa di fronte alla morte, Marlie si rendeva conto che la sua sete di conoscenza era lontana, molto lontana dal superare il suo istinto di autoconservazione. Provava ancora una vaga curiosità di scoprire cosa si trovava nel mondo esterno, eppure si rifugiava ancora nella vana speranza di salvarsi, in un modo o nell’altro, contraddicendo i propri ideali che le consiglierebbero di saltare dritta verso la voragine.

    Buffo. Chi l’avrebbe detto che si sarebbe trovata in una situazione del genere? Era stato tutto così tranquillo, così pacifico, così noioso, fino a quando? Tre giorni prima? Possibile che fosse così poco tempo prima? Possibile che tanto fosse cambiato, in soli tre giorni? In tre giorni, Marlie era passata dall’essere un’ardimentosa giovane determinata a svelare i segreti del suo mondo a un’impaurita ombra di se stessa, degradatasi a rifugiarsi negli angoli più remoti della Casa, spingendo le sue stesse Sorelle verso la luce pur di non esserci gettata lei stessa.

    Messa di fronte alla verità in modo tanto schietto, Marlie provò vergogna per se stessa. Riscoperto nuovo coraggio, alzò lo sguardo verso il soffitto, forte di una nuova determinazione. Al diavolo, se doveva morire, sarebbe morta con onore. Sarebbe saltata lei stessa nella luce senza timore, e nei pochi istanti che avrebbero preceduto la sua morte avrebbe afferrato, finalmente, la consapevolezza del mondo che per tanto tempo le era sfuggita.

    Come a voler rispondere alle sue preghiere, ecco che il suono si fece sentire. Le sorelle guardarono verso l’alto, impallidendo e preparandosi a un’altra lotta per la sopravvivenza. Come comparse la voragine, Marlie fu per un attimo sopraffatta dalla grandiosità della morte a cui stava per andare incontro, e per un attimo ebbe l’istinto di fare come le altre, a appiattirsi il più possibile nell’angolo, tremando e pregando dei senza nome di non essere portati all’esterno. Solo per un attimo. Poi, come l’orrida massa rosea si protese dentro la casa, Marlie ci si spinse contro coraggiosamente, incontrando finalmente il suo destino.

    Stretta da una forza incontrastabile all’altezza delle tempie, fu sollevata vigorosamente, mentre la Casa si richiudeva con uno scatto. La luce era di una brillantezza insostenibile: subito, Marlie non potè distinguere nulla; poi, ricordandosi che quella sarebbe stata la sua unica occasione di capire, si sforzò di mettere a fuoco, riuscendo a vedere la Casa per la prima volta dall’esterno. Sembrava così piccola, adesso, così insignificante, se comparata all’immensità del mondo. Le era venuto naturale immaginare il mondo come uno spazio circoscritto in sei pareti, e fu per lei motivo di enorme stupore scoprirlo illimitato in ogni direzione.
    Non aveva neanche iniziato ad analizzare consciamente queste informazioni, quando lo straordinario tragitto dalla Casa alla destinazione finì, e Marlie trovò la sua testa incastrata in un qualcosa di roseo, tiepido e molle.
    Con sgomento che non avrebbe mai potuto immaginare, capì che il momento della morte, tanto teorizzato, era giunto, era giunto davvero, e lei non si sentiva affatto pronta. Non sapeva nulla. Non aveva capito nulla. Stava per morire, ma perché aveva vissuto? Perché mai aveva dovuto nascere, se doveva morire senza nemmeno aver goduto della vita?

    Poi, un suono immenso riempì le sue orecchie, scuotendole il cervello come una bottiglia colpita da uno tsunami. Nell’istante che seguì, dilatato all’infinito, tutto le fu chiaro. Il suono, anche se non sapeva come facesse a saperlo, era quello di una pietra focaia, ed era quello che dava il senso all’intera esistenza di Marlie. In quell’istante, ricordò tutto: ricordò il campo, ricordò la fabbrica, ricordò l’inscatolamento. Era nata per morire. Come tutte le altre sorelle, era nata unicamente per morire, creata al solo scopo di provocare un piacere effimero al suo stesso creatore.

    Fulminata dalla rivelazione, quasi non si rese conto dell’insopportabile calore che le pervase la punta dei piedi, infondendosi inesorabilmente sempre più a fondo.

    “Aspira, aspira, bastardo…”

    Fu l’ultimo pensiero di Marlie, che piangeva lacrime amare.

    “Tanto sarò io, ad ucciderti.”


     
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    Figo. Inizialmente però avevo ipotizzato che in realtà fossero dei feti che si preparano al parto credendo invece di andare verso la morte, LOL dove casa : utero = porta : figa

    Ma c'è ancora un dubbio che mi attanaglia: che cazzo è GRASSOLDI?

     
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  3. Blecco.
     
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    Penso tanti soldi. Dopo leggo, ora non ho voglia. per paragonare la razza del gdr a un concorso scolastico.
     
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  4. Sonny.1993
     
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    mi sembra fosse un meme di opep boh, forse era qualcos'altro
    anche quell'idea non sarebbe male in realtà, anche se per come è impostato il racconto non avrebbe senso
     
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  5. ikiko
     
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    CITAZIONE
    [...]la sua testa incastrata in un qualcosa di roseo, tiepido e molle.[...]

    Avevo pensato pure io che fosse un modo strano di descrivere la nascita da questo punto in poi XD
    Molto carino, però secondo me ti dovresti soffermare più sulle descrizioni visive della protagonista(Marlie) per esempio (colore dei capelli, come era fatta finiscamente), o anche della casa/stanza (se era completamente vuota oppure che tipo immobili c'erano le loro condizioni, l'odore della casa), giusto per farti vedere meglio tutto il contesto. E secondo me farei capire meglio perchè la casa si spacca e si prende queste ragazze(sempre che il racconto non finisca qui e lo spiega dopo) perchè se c'è scritto sono io che non l'ho capito, allora scusa XD. E ultima cosa questo è un consiglio grande (almeno perchè a me è la prima cosa che hanno insegnato a narrazione), evita le molteplici ripetizioni di ''Sorelle/a'' cerca dei sinonimi al massimo.
    Complimenti, spero che su tutto quello che ti ho detto ci sia almeno una parola che ti aiuti! Buona Fortuna Allora ^_^
     
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    grassoldi che terronata ma il concorso come funziona? è a tema?

    CITAZIONE (ikiko @ 13/2/2011, 14:32) 
    Avevo pensato pure io che fosse un modo strano di descrivere la nascita da questo punto in poi XD
    Molto carino, però secondo me ti dovresti soffermare più sulle descrizioni visive della protagonista(Marlie) per esempio (colore dei capelli, come era fatta finiscamente), o anche della casa/stanza (se era completamente vuota oppure che tipo immobili c'erano le loro condizioni, l'odore della casa), giusto per farti vedere meglio tutto il contesto. E secondo me farei capire meglio perchè la casa si spacca e si prende queste ragazze(sempre che il racconto non finisca qui e lo spiega dopo) perchè se c'è scritto sono io che non l'ho capito, allora scusa XD. E ultima cosa questo è un consiglio grande (almeno perchè a me è la prima cosa che hanno insegnato a narrazione), evita le molteplici ripetizioni di ''Sorelle/a'' cerca dei sinonimi al massimo.
    Complimenti, spero che su tutto quello che ti ho detto ci sia almeno una parola che ti aiuti! Buona Fortuna Allora ^_^

    mi sa che non hai capito proprio il senso del racconto
     
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  7. ikiko
     
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    Perchè?
     
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    rileggi bene la parte finale
     
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  9. Sonny.1993
     
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    lol. tecnicamente dovrebbe essere o un horror, o un racconto di fantascienza o uno rosa, ma l'anno scorso mi sono sbattuto a scrivere un racconto di fantascienza del tutto senza ispirazione per poi veder vincere racconti random, per cui fanculo, l'ho fatto di genere random anch'io.
    per il resto no, non ci sono restrizioni
     
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  10. ikiko
     
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    Allora ero io che non avevo capito il finale comunque per il fatto delle descrizioni non sono una critica ma solo un consiglio per arricchire il racconto, se non di marlie, semmai della casa, anche solo dire che era rivestita un materiale argentato. Se è una sigaretta?!? °_° Se è una sigaretta è geniale XD

    ^^ Infatti i miei erano consigli, poi non ti obbligo in niente, lo dicevo perchè gli scemi come me non ci arrivano subito XD, o forse non ci sono ancora arrivata °_°.

    Edited by ikiko - 13/2/2011, 14:49
     
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    Ma chi giudica? Viene pubblicato tipo sul giornale scolastico? in base agli altri anni sei riuscito a capire in base a cosa premiano (apparte a random)?

    A me all'inizio era sembrato di leggere proprio un racconto dylandogian comunque, me lo vedevo già come fumetto, davvero, infatti volevo dirti di disegnarlo, ma poi vabè con quel finale è impossibile...ma l'atmosfera c'è tutta
     
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  12. Sonny.1993
     
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    si, è una sigaretta. per quello non posso descrivere nulla, si capirebbe subito altrimenti, faccio solo riferimento al fatto che sono tutte stipate in un ambiente chiuso e stretto
     
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  13. ikiko
     
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    Boh però sarebbe togo se descrivi la stanza come un pacchetto di sigarette senza farlo capire. Cioè il tetto rosso c'è, pure le pareti bianche, e quell'odore ti chiuso. Devi metterti nella mente di una sigaretta XD, pensa se avresti dovuto descrivere un filo di tabacco dentro la busta del tabacco :iceoo:
     
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  14. Sonny.1993
     
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    CITAZIONE (Braham @ 13/2/2011, 14:48) 
    Ma chi giudica? Viene pubblicato tipo sul giornale scolastico? in base agli altri anni sei riuscito a capire in base a cosa premiano (apparte a random)?

    A me all'inizio era sembrato di leggere proprio un racconto dylandogian comunque, me lo vedevo già come fumetto, davvero, infatti volevo dirti di disegnarlo, ma poi vabè con quel finale è impossibile...ma l'atmosfera c'è tutta

    ci ho pensato anch'io. purtroppo a causa del finale questo è l'unico medium possibile

    viene giudicato da una commissione di quattro o cinuqe professoresse di lettere. L'anno scorso avevano giudicato decisamente a random, aveva vinto un racconto scritto abbastanza di merda e super melenso-sentimentale... la cosa buona almeno è che è tutto anonimo (il racconto e i dati personali vanno in buste separate), per cui non ci sono favoritismi

    EDIT: ah, poi, Marlie è abbreviazione di marlboro

    EDIT2: ROTFL mi sono ricordato solo ora che grassoldi è una cit. di trucebaldazzi

    Edited by Sonny.1993 - 13/2/2011, 15:16
     
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  15. Kamboshin
     
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    "Marlie" come nome mi sembra un po' scontato, ho letto le prime 10 righe e direi che sono delle sigarette, ho indovinato?
    Un'altra cosa che fa capire che c'è il WHAT A TWIST finale è che ti riferisci al luogo in cui si trovano (il pacchetto? ripeto, è la primissima impressione e non sono nemmeno a metà) chiamandolo "la Casa". Dovresti cercare di essere più sottile con gli indizi, altrimenti è come andare in giro mettendo virgolette ovunque, dà via il finale troppo velocemente.
     
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63 replies since 13/2/2011, 14:04   539 views
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